Pubblicato il: 19 ottobre 2014

Archiviato il: 15 gennaio 2015

 

Nell’anno della fede aiutiamo il prossimo, la celebrazione con UNITALSI e CRI

 

 

La condivisione con i più poveri è la prova di fede vissuta. Il "fare" mosso dall'amore per il prossimo è "emergenza" della fede. Lo dimostra la generosità della nostra Chiesa: generosità che va presa sul serio, ma che è anche carica di responsabilità per ciò che riguarda il come e il chi aiutare. È su queste basi che lo scorso 27 luglio è stato impostato e organizzato il progetto caritativo «Nell’anno della fede aiutiamo il prossimo» delle Confraternite gemellate di Sant’Antonio delle Città di Molfetta e Zagarolo.

Nel CdA congiunto di luglio, i due sodalizi si sono impegnati a elargire un contributo di 750 euro a testa per uno due progetti, con la promessa di ritrovarsi il prossimo anno a Zagarolo e finanziare altre iniziative di sostegno economico per enti assistenziali o associazioni zagarolesi. I due progetti scelti erano riferiti all’UNITALSI, che necessita di aiuto economico per finanziare le famiglie dei ragazzi disabili che partecipano ai pellegrinaggi nazionali organizzati dalla stessa associazione, e alla Croce Rossa che istituirà a breve alcuni presidi per il primo soccorso pediatrico e, perciò, ha bisogno non solo di personale qualificato, ma soprattutto della strumentazione specifica.

La prima tappa dell’iniziativa gemellate si è ufficiata con la celebrazione eucaristica dello scorso 28 settembre, quando hanno partecipato all’eucarestia nella Chiesa di Sant’Andrea le delegazioni delle due associazioni che, a conclusione della messa, hanno ricevuto il finanziamento stabilito dalle due Confraternite. Questa nuova attività consentirà ancora una volta di testimoniare il messaggio evangelico del Santo titolare che, particolarmente innamorato dei poveri, profumava di popolo, ricordando che, come sottolinea Papa Francesco, i poveri sono la carne di Cristo. Riportiamo di seguito i discorsi dei due priore, rispettivamente Sergio Pignatelli (Molfetta) e Alberto di Felice (Zagarolo) che, purtroppo, per impegni personali non è potuto intervenire alla celebrazione.

 

«Ringrazio gli amici dell’Unitalsi e della Croce Rossa per aver accettato il nostro invito. La vostra presenza rinvigorisce il cammino di fede della nostra confraternita. Ringrazio gli amici della Confraternita di Sant’Antonio di Zagarolo che hanno sposato e attuato con noi questo progetto. A loro va la mia vicinanza e la mia stima incondizionata. In ultimo ringrazio anche i miei confratelli che hanno appoggiato e sostenuto questa iniziativa lasciando a me l’onore di presentarla. Al di là dell’importo del contributo mi preme sottolineare l’importanza della collaborazione in una società sempre più bistrattata nei valori fondamentali. Non è casuale che nella scelta delle associazioni con cui collaborare non siano stati messi vincoli culturali, religiosi, logistici legati alla natura degli enti. Il bene vive in un’etica universale che per noi credenti viene dalla fede e per i non credenti viene dalla coscienza primordiale dell’essere uomini. Spero, anzi sono convinto, che sotto gli auspici di Sant’Antonio, questa collaborazione perduri nel tempo. A casa della confraternita di Sant’Antonio sentiatevi sempre come a casa di un fratello o di una sorella». Sergio Pignatelli

 

«Saluto affettuosamente tutti i presenti e mi scuso se, per motivi famigliari, non ho potuto rispondere all’invito degli amici molfettesi a presenziare a questa liturgia. Sono convinto che Sergio Pignatelli, il priore del Sodalizio di Molfetta, oltre alla sua, saprà degnamente rappresentare anche l’essenza della nostra confraternita. Il progetto “Nell’anno della fede aiutiamo il prossimo” mi ha permesso di conoscere l’operato di due belle realtà locali come la Croce Rossa e l’Unitalsi a cui abbiamo, ben volentieri, accordato la nostra stima, prima ancora che il nostro contributo. L’anno prossimo il progetto ci vedrà impegnati in prima persona perché le due confraternite hanno già concordato che saranno aiutate le realtà zagarolesi. Vi invio il mio abbraccio più caloroso nella speranza che la fiamma di questo gemellaggio sia sempre viva e continui ad essere alimentata dai nostri cuori sotto lo sguardo paterno del nostro comune protettore Sant’Antonio». Alberto di Felice