Pubblicato il: 06 agosto 2014

Archiviato il: 15 gennaio 2015

 

Confraternita, difenderne l'identita' nello spirito di Cristo

 


La confraternita non è un punto di arrivo, ma è un punto di partenza.

 

È fondamentale difenderne l’identità, se la sua identità riflette in toto il messaggio evangelico custodito nella Parola di Dio. Ecco perché difendere cristianamente l’identità intrinseca della Confraternita di sant’Antonio significa non solo attualizzare il messaggio di Antonio nella vita di ogni giorno, ma diffondere con lui la Parola di Cristo.

Infatti, non si è e non si può essere confratelli solo tra le mura della chiesa o della rettoria, ma soprattutto per le strade, nei luoghi di lavoro, nelle associazioni e nelle parrocchie: in questo modo il messaggio di Antonio risplende del messaggio di Cristo. Perciò, cercare di uniformarsi sempre più ad Antonio significa uniformarci alla Parola di Dio. È sì indispensabile difendere l’identità confraternale dagli attacchi del secolarismo, dell’indifferenza, del pressapochismo e del vuoto di azione cristiana, ma è anche necessario lasciare che quell’identità sia testimoniata e coltivata nel mondo per poter fruttificare.

La parabola del seminatore ne è un esempio lampante: «Ascoltate: il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; e gli uccelli vennero e lo mangiarono. Un'altra cadde in un suolo roccioso dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma quando il sole si levò, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. Un'altra cadde fra le spine; le spine crebbero e la soffocarono, ed essa non fece frutto. Altre parti caddero nella buona terra; portarono frutto, che venne su e crebbe, e giunsero a dare il trenta, il sessanta e il cento per uno […]. Il seminatore semina la parola. Quelli che sono lungo la strada, sono coloro nei quali è seminata la parola; e quando l'hanno udita, subito viene Satana e porta via la parola seminata in loro. E così quelli che ricevono il seme in luoghi rocciosi sono coloro che, quando odono la parola, la ricevono subito con gioia; ma non hanno in sé radice e sono di corta durata; poi, quando vengono tribolazione e persecuzione a causa della parola, sono subito sviati. E altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine; cioè coloro che hanno udito la parola; poi gli impegni mondani, l'inganno delle ricchezze, l'avidità delle altre cose, penetrati in loro, soffocano la parola, che così riesce infruttuosa. Quelli poi che hanno ricevuto il seme in buona terra sono coloro che odono la parola e l'accolgono e fruttano il trenta, il sessanta e il cento per uno» (Marco 4, 1-20).

Allo stesso tempo, è opportuno ricordare quel passo del Vangelo in cui Gesù sceglie e invia nel mondo i suoi discepoli: «Pregate il Padrone del raccolto che mandi ancor più braccianti ad aiutarvi, perché il raccolto è tanto grande, mentre i braccianti sono così pochi! Andate ora! E ricordate che vi mando come gli agnelli fra i lupi. Non prendete denaro con voi, né bisaccia e neppure un paio di sandali di ricambio. E non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualsiasi casa voi entriate, date la vostra benedizione. Se essa è degna di benedizione, la benedizione vi rimarrà; in caso contrario, la benedizione tornerà a voi» (Luca 10, 1-6).

Difendere l’identità della Confraternita significa anche rispettare il primo articolo dello Statuto, in cui si definiscono i compiti del sodalizio: santificare i confratelli, promuovere le opere di carità e, in particolare, promuovere lo spirito della liturgia, favorire il volontariato e la solidarietà, vivere lo spirito cristiano della penitenza e del sacrificio.

A questi principi, si associano quelli del terzo articolo del Regolamento confraternale: tener fede allo spirito originario, approfondendo il ruolo di Sant'Antonio nel piano salvifico Divino portato a compimento da nostro Signore Gesù Cristo e realizzato nella Chiesa, testimoniare il proprio essere Chiesa mediante le opere di misericordia, condividere i bisogni dei fratelli compiendo opere di carità anche attraverso la cassa Pane di Sant'Antonio, curare la Tredicina, la Festa Liturgica, il Beato Transito, la Festa Esterna con la processione annuale del Simulacro di Sant'Antonio, intensificare il tempo forte dell’Avvento con la catechesi e il tempo quaresimale con la catechesi e la venerazione al Crocifisso, svolgere il Martedì Santo la Sacra Rappresentazione.

Dunque, uno degli obiettivi è anche creare comunione tra i sodali, cioè una comunità di persone che nel bene cerca di tendere al Signore anche quando l’idea dello “stare insieme” sia considerata solo per le occasioni di “gala” e le processioni, spesso vissute in maniera non adeguata.