Pubblicato il: 04 ottobre 2014

Archiviato il: 15 gennaio 2015

Il Pane del cammino

 

 

Carissimi amici, da quando il santo patavino operò il miracolo del piccolo Tommasino, il pane è diventato uno dei tratti precipui della raffigurazione del nostro comune protettore Sant'Antonio. Forse tra tutti i simboli che vengono associati alla sua iconografia (il saio, il giglio, il libro, il Bambinello, la fiamma) è quello che più sta a cuore ai suoi devoti. Forse perché riprende il leitmotiv dell'ultima cena dove il Signore spezza il suo corpo sotto forma di Pane o forse perché è il segno più tangibile che la devozione popolare associa alle proprietà taumaturgiche di questo Santo.

Tommasino, un bimbo patavino di venti mesi, che annega in un recipiente d’acqua e che viene riportato in vita dal Santo dietro le richieste di intercessione della madre che, in cambio del miracolo, prometteva di distribuire ai poveri una quantità di grano corrispondente al peso del bimbo. Ancora oggi i genitori che, iscrivendoli nella nostra confraternita, affidano al Santo la protezione dei propri figli, distribuiscono, all'atto della vestizione, il pane benedetto. Non solo, chiunque riconosce nell'opera del santo una guarigione, una risoluzione di un problema, un aiuto nella sofferenza, compie questo gesto.

Anche la Confraternita, nelle solennità liturgiche dedicate al Santo, il 13 giugno e a febbraio durante la festa della Lingua, offre, ai fedeli che prendono parte alla Santa Messa, il pane benedetto.

Spesso, però, noto tra i volti dei confratelli e delle consorelle un po' di amarezza, quando, distribuito il pane ai devoti, essi scorgono che nelle sporte ve ne rimane poco, talvolta nulla, da distribuire tra loro.

Non contristatevi per questo, amici miei, ma anzi gioite perché, anche se rimanesse un solo pane da suddividere, ognuno di noi, non solo si sarà cibato del pane benedetto, ma avrà anche attinto al gaudio della condivisione. E se non dovesse rimanere neanche quell'unico pane gioite lo stesso perchè ci saremo appena saziati del pane dell'accoglienza. Chi si ciba del pane condiviso o del pane dell'accoglienza più che saziare la fame del corpo avrà saziato quella dello spirito e allora la richiesta "Signore, dacci il nostro pane quotidiano" avrà presso l'Onnipotente un fascino tutto speciale.

 

Sergio Pignatelli