Pubblicato il: 12 luglio 2014

Archiviato il: 15 gennaio 2015

 

Si Quaeris, la storia della Tredicina

 

di Domenico Pasculli (Archivista)

Il motivo che induce molti fedeli molfettesi a visitare il centro antico per pregare nella chiesa di Sant’Andrea è la devozione verso il glorioso Sant’Antonio di Padova: infatti, la chiesetta è annoverata quale piccolo santuario antoniano cittadino per eccellenza. In questa chiesa, dal lontano 1638 la Confraternita cura il culto di sant’Antonio, avendolo scelto quale proprio protettore, e si prodiga nell’accoglienza dei fedeli devoti che durante l’anno visitano e pregano il Santo di Padova.

Il periodo dell’anno più frequentato dai fedeli e devoti è con certezza il mese di giugno, scandito dal pio esercizio della Tredicina e dalla precessione del simulacro. A tale proposito, scrive Mons. Luigi de Palma nel suo saggio «Culto e devozione popolare a sant’Antonio di Padova»: «Fra gli esempi più antichi e di pietà confraternale e di devozione popolare verso sant’Antonio vanno annoverati la Tredicina in preparazione alla festa del tredici giugno e la processione nella domenica compresa nell’ottava». Non a caso, gli antichi statuti del sodalizio e le nuove regole della Confraternita confermano queste indicazioni ai Confratelli, invitandoli a prepararsi degnamente alla festa del Santo, partecipando alla Tredicina. In quest’ambito, il sodalizio si è sempre prodigato per dare un sostegno spirituale e materiale agli aderenti e ai fedeli, organizzando la celebrazione in onore del Santo con giusti opuscoli e libricini di preghiere per consentire un’adeguata partecipazione. Tra i vari manuali di preghiere e pratiche di devozione curati dalla Confraternita e dati alle stampe, quelli che rivestono un valore pedagogico per la devozione popolare a Sant’Antonio sono i libricini della Tredicina, alcuni custoditi nell’archivio confraternale, altri in quello diocesano e altri ancora da privati

Il più antico libricino della Tredicina, edito dalla Tipografia Picca nel 1886 e custodito da privati, si compone di otto pagine. Il titolo della copertina indica chiaramente l’utilizzo e a chi è rivolto lo stampato: «Divoto Esercizio di preghiere in preparazione alla festività del Glorioso s. Antonio di Padova che si pratica nella chiesa di S. Andrea in Molfetta». Dalla stessa si evince che il libricino è una ristampa curata dal Priore pro tempore Corrado Azzollini.

Nel secolo scorso sono stati 7 i libricini delle preghiere della Tredicina stampati e custoditi nell’archivio confraternale. Risale al 1927 il primo manuale di preghiera consacrato al culto antoniano per opera del Priore Ciro Tridente dal titolo «Considerazioni per i Tredici Martedì ad onore di s. Antonio di Padova - Luca Gadaleta Edizioni Modena Molfetta». In questa edizione, oltre alla preghiera, lo storico canonico Francesco Samarelli scrisse alcune notizie storiche sulla chiesa di Sant’Andrea e sulla Confraternita di Sant’Antonio. Di questo libricino furono stampate altre edizioni, rivedute nelle preghiere e nella quantità delle pagine e in una di queste, la ristampa del 1960, troviamo per la prima volta, sulla copertina, il titolo «Tredicina di S. Antonio» e l’immagine del Santo.

Questa copertina fu riprodotta nel libricino della Tredicina stampata nel 1981 a cura del priore Giuseppe Germinario, edito dalla Tipografia Mezzina. Quest’opuscolo di poche pagine si differenzia dagli altri in quanto riporta solo preghiere e invocazioni. Nel 1992 il padre spirituale don Sergio Vitulano aggiornò il libro con un linguaggio più appropriato alle esigenze del Concilio Vaticano II, edizione edita dalla Tipografia Mezzina sotto il Priorato di Pasquale Pendinelli («Tredicina di sant’Antonio - Giugno 1992»). La copertina riporta il trittico visibile dei luoghi e i segni della Confraternita con il Simulacro del Santo, “l’arco della terra” e la Chiesa di Sant’Andrea. La copertina è della pittrice La Volpe.

All’inizio di questo secolo la copertina della Tredicina nel 2001 fu rinnovata per opera del Priore Sciancalepore Giovanni: si tratta di un fotomontaggio stampato dalla Tipografia Mezzina e riporta il simulacro e la Chiesa di sant’Andrea e il titolo «Tredicina in onore di S.Antonio».

L’ultima Tredicina in ordine di tempo è quella redatta da don Nicola Azzollini che ne ha rinnovati i contenuti, dopo aver acquisito l’imprimatur dal vicario generale della diocesi Mons. Tommaso Tridente il 15 aprile 2007. Questa edizione riporta due copertine distinte: quella del priorato di Belgiovine Paolo con un disegno del Santo del pittore Bisceglia Michelangelo e quella del priorato di De Felice Giovanni con l’altare di Sant’Antonio e il “cappellone” a lui dedicato.

La Tredicina, ricorda l’attuale Priore, è momento di preghiera ma, soprattutto, momento di accoglienza e l’Assistente spirituale, con molta eloquenza, ci invita a vedere in sant’Antonio la santità da conseguire nella pratica devozionale della Tredicina: «Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità» (Giovanni Paolo II - Christifideles Laici, 43). Tutti, dunque, sono chiamati alla santità: il Santo, come semplicemente si indica Antonio di Padova, sia per noi un invito a diventare santi.

In queste edizioni le preghiere della Tredicina sono state aggiornate, ma tra queste una preghiera non è stata mai cambiata: «Se chiedi miracoli, subito fuggono la morte, gli errori e le disgrazie. Gli ammalati si levano guariti, il mare si calma, le catene si rompono. I giovani e i vecchi sono esauditi: riacquistano l’uso delle membra, ritrovano le cose perdute. Svaniscono i pericoli, finisce ogni miseria. Raccontino queste cose quelli che le sanno; le dicano specialmente i padovani».