Pubblicato il: 31 marzo 2014

Archiviato il: 31 maggio 2014

XXIIa Edizione della Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo

 

Il messaggio del priore Sergio Pignatelli

 

 

Fin dagli albori della civiltà l'uomo ha sempre sentito l'esigenza di rappresentare, mediante il linguaggio gestuale, i propri sentimenti religiosi.

 

Rappresentare la Passione di Cristo, per la nostra Confraternita, non ha solo un intento didascalico ma incarna soprattutto il desiderio di immedesimazione nell'evento.

 

Il sacrificio di tutti coloro che partecipano, a vario titolo, all’organizzazione e alla realizzazione di questo evento, rappresenta quasi il personale contributo nel rendere meno atroci le sofferenze del Redentore.

 

“Signore, ecco il mio impegno per diffondere la tua passione cosicché anche io pronunciando le tue parole possa comprenderle e farle mie. Possa questo mio cuore rinnovato alleviare le martellate sui chiodi che hanno trafitto i tuoi polsi.”

 

La confraternita deve continuare a rafforzare il suo impegno per valorizzare la sacra rappresentazione come occasione di riflessione liturgica per chi vi assiste (etimologicamente liturgia vuol dire proprio azione del popolo) non cadendo mai nella ingannevole tentazione di trasformare questa genuina espressione delle risorse umane del sodalizio in un “appuntamento folclorisitico”.

 

La quaresima molfettese è già satura di eventi legati alla tradizione popolare, aggiungerne uno nuovo sminuirebbe il valore e l’impegno che tutti noi dedichiamo a questo avvenimento. Per questo non ci spaventi mai la possibilità di incorrere in errori ma ci faccia sempre riflettere quel martello brandito a mezz’aria che picchia sui chiodi del Salvatore.

 

Il nostro obiettivo non deve essere un’eccelsa performance teatrale ma la significativa conversione del nostro cuore: solo così quel martello rallenterà la sua corsa. Un altro valore che dobbiamo riscoprire è quello dell’unità. Provare le scene della Sacra Rappresentazione non deve avere come obiettivo il mero miglioramento della conoscenza delle battute ma deve essere un modo per vivere da famiglia l’avvicinamento alla testimonianza del grande mistero della Passione e Morte di Gesù Cristo.

 

La Sacra rappresentazione non si inscena solo il martedì santo ma si vive soprattutto quando la si prepara. Non mi resta dunque che augurare a tutti noi di continuare questo percorso di crescita e di speranza. Sia questa testimonianza espressione di amore umile, semplice, senza nulla a pretendere perché “a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha” (Mt13,12).