Pubblicato il: 09 agosto 2015

Archiviato il: 03 ottobre 2015

A don Gino, con riconoscenza

 

di Domenico Pasculli (archivista)

 

Il 6 luglio scorso è improvvisamente deceduto il nostro amato Vescovo, Mons. Luigi Martella, lasciandoci tutti turbati e increduli. Nella nostra Confraternita l’evento luttuoso ha inciso profondamente i nostri cuori, incapaci di scorgere il disegno di Dio nella prematura morte del nostro Pastore. Ci rasserena la dimensione della fede nello stesso Dio che offre la vita ai suoi figli: la nuova vita in terre nuove e cieli nuovi. Certamente don Gino, ora, in questa nuova vita, è più vicino a tutti noi.

 

Per di più, don Gino ha sempre invitato noi Confratelli a essere saldi nella nostra fede, soprattutto nella solenne celebrazione in onore di Sant’Antonio, durante la Tredicina. La festa del santo patavino era una delle occasioni per visitare la rettoria della Confraternita e celebrare l’eucarestia nella chiesa di sant’Andrea: per il nostro sodalizio, la sua presenza diventava un evento di giubilo e di riconoscenza. È stata sempre nostra consuetudine attendere il Vescovo nei pressi del cosiddetto “arco della terra” per accompagnarlo fino in chiesa: così abbiamo accolto sempre don Gino, che, in questo breve tragitto, chiedeva informazioni sulla Confraternita e sulla vita confraternale, mentre tanta gente si avvicinava per stringere le sue mani.

 

Ci voleva bene, ma soprattutto conosceva i nostri volti: nella sua ultima partecipazione del 14 giugno scorso, al termine dell’eucarestia, nel congedo finale con risposta al saluto del nostro Priore, che gli chiedeva di pregare per noi, aveva risposto con emozione e modestia: «Vi porto nel mio cuore e il vostro abito bianco è motivo di speranza per me; pregherò per voi oggi stesso durante la processioni del corpo di Cristo che farò nella Città di Ruvo».

 

La sua preghiera per noi è il ricordo più vivo che abbiamo di tutte le sue presenze nella nostra Confraternita. Era solito lasciarci un messaggio scritto sul Libro delle Testimonianze e possiamo ben dirlo nell’era della comunicazione e dei tweet:

 

«Alla carissima confraternita di Sant’Antonio, nel giorno della mia prima visita ufficiale nella chiesa di Sant’Andrea esprimo la mia gratitudine per la cordiale accoglienza e l’impegno nel cuore della città antica di Molfetta nel segno della speranza» (13 giugno 2003, nella sua prima visita alla confraternita, quando ci invitava ad essere segni di speranza nella città vecchia).

 

«Con grande gioia ho condiviso la festa con la confraternita di s. Antonio. Auguro a questo benemerito sodalizio di portare il fuoco dell’amore nelle viscere della storia del nostro tempo» (giugno 2005, ci augurava di portare il fuoco dell’amore nella storia).

 

«Sempre con immensa gioia condivido l’entusiasmo della confraternita per la ricorrenza festiva di s. Antonio, al carissimo sodalizio auguro ogni bene e vi benedico» (2006).

 

«Con la gioia nel cuore condivido con la confraternita e con tutti i devoti questo momento di festa e di preghiera. Invoco il santo dei miracoli perché ci renda sensibile al grande miracolo della vita che il signore ci regala ogni giorno» (2007).

 

«Alla confraternita di s. Antonio, affinché sia sempre segno di comunione e di solidarietà nel segno del vangelo chi il santo di Padova ha incarnato» (2008).

 

«Sant’Antonio apostolo del Vangelo protettore di poveri ci guida in un mondo di pace, di santità e di impegno per costruire un mondo migliore, il mio augurio più cordiale e paterno» (2011).

 

«Perché il sodalizio cresca sempre fervore e slancio nella vita della testimonianza e della fede con i migliori auguri di ogni bene» (2012, per l’impegno alla testimonianza cristiana e allo zelo apostolico).

 

 

 

 

 

 

«L’ardore evangelico di s. Antonio contagi anche noi nel portare Gesù al mondo alla confraternita il mio augurio più fervido per una testimonianza cristiana» (2013).

 

«Con animo grato auguro a questa confraternita un cammino fervido di grazia e di opere nel segno dello zelo apostolico di s. Antonio» (2014).

 


 

 

«Nell’anno giubilare sulla Misericordia indetto da papa Francesco il santo dei miracoli aiuti il sodalizio a ritrovare un nuovo slancio per esprimere una fede qualitativamente motivata» (2015).

 

Sono questi per noi i “cinguetii” che ora echeggiano nel nostro cuore e che dovremmo, forse, non solo “fischiettare”, ma cantare perché, attraverso la preghiera che lui certamente continuerà a fare per noi, la nostra comunità continui a esprimere il canto di lode al Signore per la Vita della sua anima.