Pubblicato il: 13 dicembre 2015

Archiviato il: 06 gennaio 2016

Anno Santo, Anno della Misericordia: qualche indicazione preliminare

 


«Ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: Siate misericordiosi come il Padre».

 

Con queste parole, Papa Francesco, lo scorso il 13 marzo 2015, ha annunciato il giubileo straordinario che inizierà l’8 dicembre 2015 (Solennità dell’Immacolata) e che finirà il 20 novembre 2016 (Domenica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre).

 

Cosa è il Giubileo. Un Giubileo è un Anno Santo. Nella definizione ufficiale che si può leggere anche sul sito del Vaticano, è «l’anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati, è l’anno della riconciliazione tra i contendenti, della conversione e della penitenza sacramentale e, di conseguenza, della solidarietà, della speranza, della giustizia, dell’impegno al servizio di Dio nella gioia e nella pace con i fratelli».

 

Si tratta, peraltro, di una tradizione ampiamente descritta nella Bibbia, in uno dei Libri dell’Antico Testamento, il Levitico (25,10-13): «Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è un giubileo: esso sarà per voi santo».

 

Questo significa che una delle conseguenze per tutti coloro che seguiranno le celebrazioni e si sottoporranno alle condizioni stabilite dalla Chiesa cattolica, il Giubileo è anche l’occasione per ottenere l’indulgenza plenaria.

 

Perché “Anno della Misericordia”. Il Giubileo di Papa Francesco sarà, senza dubbio, coerente con il suo pontificato. Lo si capisce dalla denominazione di Anno della Misericordia. Il Papa, infatti, ha ribadito che con questo evento ritiene che «la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia».

 

Perché oggi un Giubileo della Misericordia? «Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata a offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio». Lo ha affermato nell’omelia durante la recita dei Primi Vespri della domenica della Divina Misericordia presieduti - nella basilica di San Pietro - in occasione della consegna e della lettura della bolla d’indizione «Misericordiae vultus».

 

«Questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale. È il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre. È per questo che l’Anno Santo dovrà mantenere vivo il desiderio di saper cogliere i tanti segni della tenerezza che Dio offre al mondo intero e soprattutto a quanti sono nella sofferenza, sono soli e abbandonati, e anche senza speranza di essere perdonati e di sentirsi amati dal Padre».

 

Dovrà essere un Anno Santo durante il quale si sentirà «forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, che come Buon Pastore è venuto a cercarci perché ci eravamo smarriti. Un Giubileo per percepire il calore del suo amore quando ci carica sulle sue spalle per riportarci alla casa del Padre. Un Anno in cui essere toccati dal Signore Gesù e trasformati dalla sua misericordia, per diventare noi pure testimoni di misericordia».

 

Dunque, il Giubileo «perché questo è il tempo della misericordia. È il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti, a tutti - ha spiegato Papa Francesco - la via del perdono e della riconciliazione».

 

Giubileo a Molfetta. Francesco vuole un Anno santo “decentrato” e ogni Chiesa locale lo celebrerà nella sua cattedrale e nei santuari. Con questo decentramento le diocesi diventano protagoniste anche della valorizzazione degli itinerari religiosi che ci sono in loco e che conducono ai luoghi giubilari: percorsi, sentieri, itinerari di arte e fede. Saranno privilegiati i pellegrinaggi parrocchiali, gli eventi di carattere diocesano, l’annuncio della misericordia, il sacramento della Riconciliazione e la carità espressa nelle opere di misericordia.

 

In particolare, per quanto concerne la Diocesi di Molfetta - Ruvo - Giovinazzo - Terlizzi, l’Anno Santo sarà inaugurato domenica 13 dicembre (apertura della porta santa in Cattedrale). Maggiori informazioni organizzative saranno diffuse da Luce e Vita e dai vari mass media locali nei prossimi giorni. Sarà, senza dubbio, un anno di grande slancio spirituale e di grazia che coinvolgerà non solo tutti i fedeli, ma anche le varie Confraternite e, in particolare, il Sodalizio antoniano che ha elevato, nel corso dei secoli, a carisma caratterizzate la misericordia verso il prossimo e il più povero.