Pubblicato il: 13 settembre 2015

Archiviato il: 01 novembre 2015

Beata Colei che ha creduto

 

 

«In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc.1, 39-45).

 

Parlare di Maria non si può non farlo e, pur facendolo, è poca cosa. Di Lei non se ne parla mai abbastanza, dicono alcuni autori. Ma quello che mi ha portato a mettere all’inizio della mia riflessione il testo dell’evangelista Luca è che per me quello che rende grande Maria è la su Fede in Dio. Elisabetta nell’incontrarla a casa sua dice: «E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Tutte le doti e i privilegi di Maria sono doni ricevuti da Dio e Lei ne è consapevole: «perché ha guardato l'umiltà della sua serva. […] Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome». Ma Lei si è messa nelle mani di Dio e Lui, l’Onnipotente, l’ha resa grande e beata fra tutte le donne. Lo stesso Concilio Vaticano II nella Costituzione “Lumen Gentium” dedica il cap. 8 a Maria, sottolineando alcuni aspetti:

 

“Uno solo è il nostro mediatore, secondo le parole dell'Apostolo: «Poiché non vi è che un solo Dio, uno solo è anche il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che per tutti ha dato se stesso in riscatto» (1 Tm 2,5-6). La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia. Ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini non nasce da una necessità oggettiva, ma da una disposizione puramente gratuita di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo; pertanto si fonda sulla mediazione di questi, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia, e non impedisce minimamente l'unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita”.

 

Ma il Concilio ribadisce:

 

“I fedeli del Cristo si sforzano ancora di crescere nella santità per la vittoria sul peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti. La Vergine infatti nella sua vita fu modello di quell'amore materno da cui devono essere animati tutti quelli che nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini.”“Il santo Concilio formalmente insegna questa dottrina cattolica. Allo stesso tempo esorta tutti i figli della Chiesa a promuovere generosamente il culto, specialmente liturgico, verso la beata Vergine, ad avere in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di lei, raccomandati lungo i secoli dal magistero della Chiesa; raccomanda di osservare religiosamente quanto in passato è stato sancito circa il culto delle immagini di Cristo, della beata Vergine e dei Santi”.

 

Partendo da queste poche indicazioni ritengo non solo che si debba approfondire la devozione alla Madonna, ma, soprattutto, deve essere autentica perché il rischio è quello di una adozione a tempo. Di questo è utile maestro san Grignion de Montfort che nel Trattato della vera devozione a Maria precisa la “vera devozione" partendo da quelle che chiama "false devozioni", cioè quello che la devozione mariana non deve essere. Scrive: «Trovo sette specie di falsi devoti e di false devozioni alla santa Vergine, cioè: 1) i devoti critici; 2) i devoti scrupolosi; 3) i devoti esteriori; 4) i devoti presuntuosi; 5) i devoti incostanti; 6) i devoti ipocriti; 7) i devoti interessati».

 

E poi passa a quella che è la vera devozione: nella seconda parte presenta la "vera devozione", cioè presentando le pratiche interiori ed esteriori e spiegando quello che la devozione deve essere: «Scoperte e condannate le false devozioni alla Vergine santa, bisogna definire brevemente quella vera. Essa è: 1. interiore; 2. tenera; 3. santa; 4. costante; 5. disinteressata». Queste indicazioni, che sarebbero opportuno approfondire con san Grignion de Montfort, sono davvero utili e preziose se lo stesso Papa Giovanni Paolo II, oggi santo, ha indicato come mezzo per la sua devozione a Maria.

 

Come sarebbe bello se la prossima festa “Natività di Maria” (8 settembre) e tutte le altre portassero i credenti a chiedere a Maria di accompagnarci a Gesù.

 

Don Vito Marino