Pubblicato il: 07 aprile 2015

Archiviato il: 11 giugno 2015

Il Crocifisso Risorto

 

 

C’è un rischio sempre presente nella fede del popolo, ovvero fermarsi alla Croce e dimenticare una realtà meravigliosa che lo stesso Gesù esprime in un suo dire: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato» (Gv 8,28). Le parole di Gesù esprimono appieno il mistero della Pasqua, perché si parla della Croce («Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo»).

 

È la croce il mezzo della salvezza, e non il fine. Infatti, nelle invocazioni della Via Crucis si ripete «perché con la santa Croce hai redento il mondo»: quindi, la croce è il mezzo con cui Gesù salva il mondo, è Lui che salva, non la Croce.

 

Ma l’evangelista riportando le parole di Gesù aggiunge: «allora conoscerete che Io Sono». Come si nota Gesù dice che proprio sulla Croce apparirà chi è veramente Lui: è Dio. Il termine “IO SONO” in lingua ebraica richiama il nome che Dio ha dato a Mosè: יהךה (la traslitterazione italiana è YHWH e la pronuncia più probabile “Iahvé”).

 

Sulla Croce c’è il Figlio di Dio, uguale al Padre, che mentre dona la vita per l’uomo gli ridona la vita come vittoria sul peccato e sulla morte. Ciò che mi rattrista e vedere come tanti che si dicono cristiani non hanno compreso appieno che quella morte è il momento della Vita, perché Gesù è dalla Croce che manifesta la sua Divinità, la sua vittoria sulla morte e il peccato.

 

La tristezza diventa più cupa perché «il primo giorno dopo il sabato», cioè il giorno di Pasqua, molti lo considerano molto poco, forse solo per far festa. Ma quale festa? Non certamente come Vita Nuova che ci viene ridata da Gesù, ma giorno di scorpacciate e di dolci. Ancora peggio perché per alcuni «il giorno dopo il Sabato» non serva per nulla, ci si ferma al sabato, alla Morte, al peccato.

 

Allora, Gesù è morto inutilmente se noi ci fermiamo al sabato o, meglio, alle tradizionali processioni della Settimana Santa, che non esauriscono per nulla il mistero della Pasqua. Ha ragione l’Apostolo Paolo quando sottolinea che senza la Risurrezione la nostra fede sarebbe vana e inutile.

 

Perciò, mettiamoci sì sotto la Croce, ma per scoprire “IO SONO”, cioè il Figlio di Dio che ci ha amato e ha dato se stesso per noi. Solo allora "XPIΣTOΣ ANEΣTI", "Cristo è risorto". Alleluia!