Pubblicato il: 03 ottobre 2015

Archiviato il: 13 dicembre 2015

Gloriosa Signora, eccelsa sopra le stelle

 

 

La devozione antoniana, come spesso accade per i Santi, è legata con un filo a doppia mandata alla devozione nei confronti della Vergine Maria. L’insegnamento mariano di Antonio si ricava soprattutto dai sermoni dedicati ai suoi misteri: Natività, Assunzione, Purificazione, Annunciazione. Sant’Antonio, infatti, nei suoi sermoni spesso si rivolge alla Madre del Creatore tessendone le lodi con parole bellissime.

 

Nel I° Sermone dell’Annunciazione si legge: «Orsù, dunque, nostra Signora, unica speranza! Illumina, ti supplichiamo, la nostra mente con lo splendore della tua grazia, purificala con il candore della tua purezza, riscaldala con il calore della tua presenza. Riconcilia tutti noi con il tuo Figlio, affinché possiamo giungere allo splendore della sua gloria. Ce lo conceda colui che oggi, all'annuncio dell'angelo, ha voluto prendere da te la sua carne gloriosa e restare chiuso per nove mesi nel tuo grembo. A lui onore e gloria per i secoli eterni. Amen.»

 

Un’antica tradizione racconta che sia stata la mamma del piccolo Antonio ad educarlo all’amore di Maria canticchiandogli, a mo’ di ninna nanna, la preghiera “O Gloriosa domina”. Al piccolo Antonio questa orazione piacque al punto da impararla a memoria e recitarla finanche pochi istanti prima del suo transito all’Arcella il 13 giugno 1231. Nelle biografie del Santo infatti si legge: “Mentre la morte si approssimava, egli prese a cantare, insieme con i confratelli che gli stavano al capezzale, un inno liturgico alla Vergine: «O gloriosa Signora, eccelsa sopra le stelle, tu nutri col tuo seno chi nella provvidenza ti creò. Ciò che Eva purtroppo ci tolse tu ridoni per mezzo del Figlio tuo; come pallide stelle si avanzino i poveri; si è aperta una finestra nel cielo. Tu sei la porta del Re del cielo, la porta di una fulgida luce; o genti redente, applaudite alla vita data dalla Vergine».

 

L’inno “O Gloriosa domina” si ritiene sia stato scritto da san Venanzio Onorio Clemenziano Fortunato (Valdobbiadene, 530 – Politers, 607) che tra le altre composizioni, è ricordato per aver scritto l’inno alla croce “Vexilla Regis Prodeunt” tanto caro alla cultura quaresimale della nostra città.