Pubblicato il: 08 ottobre 2016

Archiviato il: 12 novembre 2016

Da Priore a Priore: intervista al nuovo Priore eletto Nicola Giovine


di Sergio Pignatelli (Priore)

 

 


All’indomani dell’elezione a Priore, il Confratello Nicola Giovine ha rilasciato all’attuale priore pro-tempore, Sergio Pignatelli, una intervista in cui non solo racconta la sua esperienza in Confraternita, ma manifesta il suo amore per il Sodalizio che, come dichiara, vive a 360 gradi.

 

Nicola Giovine, quando e per quale motivazione ti sei iscritto alla Confraternita di Sant’Antonio della Città di Molfetta?

Nel 1977 per volontà di mia madre che ha voluto affidarmi alla speciale protezione del Santo. Un cliché che, ancora oggi, molti genitori e nonni usano, affidando i propri piccoli alla tutela del santo lusitano. Per altro, storicamente, è questa la particolarità che contraddistingue il nostro Sodalizio: molti aderenti sono iscritti per la singolare devozione al santo di Padova.

 

Quali ruoli hai assunto all’interno del Sodalizio nei tuoi anni associativi?

Parto da lontano. Da adolescente ho iniziato a vivere da vicino la confraternita nel 1987, durante i festeggiamenti del 350° anniversario della fondazione della Confraternita. Fui avvicinato dal priore Domenico Pasculli e dagli assistenti Corrado Grillo e Pasquale Pendinelli. Conobbi i confratelli Luigi Bisceglia, Sergio la Forgia e Francesco Dragone e, insieme ad altri giovani sodali, iniziai a seguire le attività del Sodalizio in modo allegro e spensierato. Eravamo un gruppo molto unito, al cui interno si sono sviluppati legami forti con i confratelli Gian Michele Albertini, Domenico Bellifemine, Domenico de Pierro e fra Mimmo Antonio Scardigno. In seguito, lavorando come marittimo, ebbi un fisiologico allontanamento, ma la mia mente e il mio cuore erano sempre legati alle sorti della Confraternita. Poi, per grazia ricevuta, ho avuto la possibilità di trovare lavoro a Bari e questo mi ha permesso di riavvicinarmi al Sodalizio. Nel 2003 sono stato eletto Revisore dei Conti nel priorato di Giovanni Sciancalepore, ma questa esperienza è durata un solo anno, perché sono stato incluso nell’Amministrazione del Priore Corrado Grillo come secondo componente per il triennio 2004-2006. Sotto il priorato di Paolo Belgiovine (2007-2009), con decisione del Consiglio di Amministrazione (verbale del 29 gennaio 2007) davo supporto al Segretario pro-tempore: un’esperienza molto positiva in quanto mi dava la possibilità di apprendere e conoscere molto di più la storia confraternale. Nel 2010 fu eletto priore il compianto Salvatore Resta che nel suo primo Consiglio di Amministrazione mi nominò Segretario, ruolo svolto anche dopo la sua morte con il commissario don Nicola Azzollini e, successivamente, con il priore Giovanni de Felice fino al termine del suo mandato nel 2013. Nell’attuale Amministrazione, con il priore Sergio Pignatelli, mi è stata affidata la carica di Vice Priore.

 

Cosa ti ha spinto a scegliere, in veste di assistenti, i Confratelli Giuseppe de Bari e Vito Domenico Savio Pasculli?

Dopo aver accettato la candidatura come Priore, il mio primo intento era stato quello di chiedere l’ausilio di un adulto 60enne e un giovane 30enne in modo da coinvolgere tutte le fasce di età. Poi con il passare del tempo è nata in me la convinzione di continuare nello slancio della Confraternita iniziato con l’attuale Amministrazione. Pertanto, ho virato su due assistenti giovani. Il mondo è cambiato con l’avvento di internet e delle nuove forme di comunicazione e, per questo, per forza di cose, il futuro è in mano ai giovani. Ad ogni modo Giuseppe e Vito con me faranno esperienza: il mio impegno sarà anche quello di trasmettere loro tutto ciò che è di mia conoscenza, augurandogli di fare tesoro e capire presto il dovere che noi abbiamo verso la Confraternita e la Confraternita verso i fedeli tutti.

 

Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto ad accettare la candidatura a Priore?

Prima di tutto voglio ringraziare pubblicamente il Consiglio di Amministrazione e la Consulta che hanno scelto la mia persona come candidata alle elezioni e, poi, i Confratelli che con il loro assenso hanno manifestato la loro fiducia. Ho sempre preferito lavorare dietro le quinte ma, allo stesso tempo, sapevo che non potevo rifiutare la candidatura a Priore, come avevo già fatto in passato. Per cui con spirito di obbedienza ho accettato la chiamata.

 

Cosa significa essere Priore della Confraternita di sant’Antonio?

Noi a Molfetta abbiamo un grande privilegio, il culto di Sant’Antonio è “nelle mani” di una Confraternita di laici, dove il Priore è il responsabile giuridico e il Padre spirituale rappresenta l’autorità ecclesiastica del sodalizio. Per cui spetta alla Confraternita, da ormai quattro secoli, divulgare nella nostra Città gli insegnamenti del Santo più amato al mondo. Per questo motivo, essere Priore significa avere una grande responsabilità a servizio della Confraternita, nel rispetto del Vangelo, della storia e della tradizione.

 

Ancora un giovane Priore alla guida della Confraternita. La tua nomina può essere interpretata come la volontà di continuare un percorso di rinnovamento all’interno della Confraternita?

Senza dubbio, la volontà è quella di programmare il futuro, di continuare il processo di rinnovamento puntando sulle nuove leve. Viviamo in un momento difficile, la gente sta smarrendo la fede e questo si denota dai banchi vuoti nelle chiese. Di riflesso, anche nella Confraternita trapela questa situazione, per cui puntare su un priore giovane può significare nuova linfa per il sodalizio.

 

Quale sarà il fulcro del tuo impegno? Come Priore, hai già deciso su quali ideali e/o attività concentrerai i tuoi sforzi?

Io la Confraternita la vivo a 360 gradi, per cui metterò come sempre, giorno dopo giorno, il mio impegno in tutte le attività del sodalizio. Premetto che al momento ho il timore di non essere all’altezza del compito perché vivo il Sodalizio con amore e passione e questo mi fa stare poco tranquillo. Chiedo al nostro Santo di starmi vicino, di aiutarmi a superare le difficoltà e di aiutarmi a guidare la Confraternita con generosità. Sono sicuro che mi saranno di sostegno in questo triennio gli assistenti Giuseppe De Bari e Vito Domenico Savio Pasculli e tutti i confratelli che amano le sorti del Sodalizio.

 

Cosa chiedi ai tuoi confratelli?

Ai Confratelli chiedo di fare i Confratelli, di stare vicino al Sodalizio con la partecipazione attiva e credere in quello che la Confraternita, con il suo programma pastorale, realizza ogni anno. Chiedo di continuare il pellegrinaggio verso Dio anche attraverso la Confraternita e di non arrendesi alle prime difficoltà. Apparteniamo alla grande famiglia cristiana e sono quelli i valori che devono guidarci. Onestamente, credo manchi poco per migliorarsi, la classica ciliegina sulla torta. Per cui auspico a tutti i Confratelli di farsi prendere da questa bellissima realtà confraternale.

 

Ti chiediamo, in ultimo, di rivolgere un pensiero all’Amministrazione uscente e a tutta la Confraternita.

Prima di tutto voglio ringraziare tutti i Priori che mi hanno preceduto, per il lavoro che hanno svolto e dei cui frutti oggi beneficiamo. L’attuale Priore mi passa un testimone scomodo, questi tre anni in cui gli sono stato accanto sono stati proficui per noi e per il Sodalizio. È stato un bellissimo viaggio in cui, con Giuseppe Pasculli, abbiamo lavorato in sintonia per il bene della Confraternita. Ho avuto modo di conoscerlo più da vicino e mi è piaciuta la sua fermezza nelle decisioni e la voglia di condividere con tutto il CdA ogni decisione. Sono sicuro che non mancherà mai il suo consiglio pacato e saggio e per questo, con molta stima, sento il dovere di ringraziarlo a nome di tutti per quello che ha fatto e farà per la nostra comunità.