Pubblicato il: 10 aprile 2017

Archiviato il: 22 agosto 2017

Le donne della Passione

 


I Vangeli ci fanno conoscere le donne che seguirono Gesù dall’inizio alla fine, nel percorso della Sua Via Crucis fino al Calvario, luogo delle sua morte in croce. I Vangeli ci raccontano che, presso la croce di Gesù, stavano Sua Madre, Maria di Cleofa, Maria Salomé e Maria di Màgdala.

 

Le donne che assistono alla Sua morte in croce sono le stesse che accompagnano il corpo di Gesù al sepolcro. Sono loro a comunicare agli Apostoli la notizia del sepolcro vuoto.

 

Nei riti della Settimana Santa a Molfetta le figure femminili della Passione sono rappresentate dai simulacri che vestono la processione del Sabato Santo. In questa processione figura anche il simulacro della Veronica, la donna che, secondo la tradizione, sulla strada del calvario, avrebbe asciugato il volto di Gesù con un lino e su quel lino sarebbe rimasto impresso il volto maltrattato del Salvatore. Tutte queste figure di donne fanno parte anche della nostra Sacra Rappresentazione e sono sempre presenti nella scena delle Testimonianze.

 

Ma anche altre figure femminili della Passione di Gesù fanno parte della Sacra Rappresentazione come, ad esempio, nel racconto del rinnegamento, la serva che riconosce Pietro (all’interno del cortile del sommo Sacerdote durante l’interrogatorio del sinedrio a Gesù), come pure le donne che fanno parte del popolo e che urlano al processo di Pilato l’innocenza di Gesù.

 

Anche le Pie donne che vanno incontro a Gesù sulla via del Calvario e che piangono per Lui fanno sono parte attiva della Sacra Rappresentazione. Ma le Pie donne non sono solo presenza scenica, perché presenti anche nelle preghiere recitate per tutti al crocifisso. Altre donne operano dietro le quinte della Rappresentazione: sono le donne che preparano la scena della cena, gli abiti e i costumi di scena e che assistono i recitanti nel cammino delle prove. Tutte si raffigurano nella Passione di Gesù.

 

Personalmente, ho offerto il mio volto e la mia voce per 24 volte - e mi appresto a riconfermarlo ancora una volta - a Maria Salomé, una delle tre “Marie”, cosi come sono indicate dalla tradizione e il vangelo di Marco ci fa sapere.

 

L’iconografia di questa donna è giustamente ritratta dal simulacro della processione del Sabato Santo, ovvero col contenitore per oli aromatici tra le mani. Anche l’espressione facciale assume le sembianze della statua cozzo liana, mentre il mio pensiero e il mio cuore si immergono nella preghiera che recito e che ormai fa parte della mia stessa vita. Sono momenti di intensa commozione dove avverto l’intimità della preghiera che penetra dentro di me, in profondità, e mi accorgo che con me porto, in questa stessa atmosfera fatta di silenzio e meditazione, le tantissime persone che assistono a questa scena rivolgendo lo sguardo e la preghiera a Gesù in Croce: «So di altri Crocifissi, ribelli e disperati: vidi altri corpi disfatti dalla violenza e dal supplizio. Ma tu Nazareno, reclami il primo della presenza. Il tuo corpo è lacerato e distrutto. Tu porti la sofferenza cosmica e il tuo petto gonfio e colmo di dolore che racchiude le nostre amarezze. Sei noi che soffriamo; la Tua morte sommerge l’umanità».

 

Salomé è menzionata nel Vangelo apocrifo di San Giacomo come la levatrice della nascita di Gesù. Questo fatto mi intenerisce e mi rimanda alla Vergine Maria Addolorata che ci dona il figlio Suo nella gioia della Nascita, nel dolore della Passione e nello splendore della sua Resurrezione. Comprendo ancor più il mio ruolo di donna, madre e moglie, come tante altre donne che seguono la nostra Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo.

 

Assunta Petruzzella (Zelatrice, tra i figuranti della Sacra Rappresentazione)