Pubblicato il: 04 marzo 2017

Archiviato il: 19 aprile 2017

Quaresima, la venerazione della croce: storia e motivazioni

 


Recenti scoperte archeologiche hanno dimostrato che già i primi cristiani veneravano privatamente la croce di Gesù su dei graffiti. Quando nel 394 l’imperatore Teodosio riconobbe il cristianesimo come unica religione di Stato i cristiani cominciarono ad installare una croce nei luoghi di culto venerandola e onorandola nei giorni di festa. I Padri della Chiesa hanno da sempre raccomandato ai cristiani di venerare il crocifisso perché è lì che si compie il gesto di estremo amore del Figlio di Dio verso gli uomini attraverso il suo martirio. A tal proposito così si espresse San Leone Magno: «Ammaestrato dall’esperienza, ogni fedele si armi della croce, perché sia stimato degno di Cristo».

 

Riconosciuta la centralità della croce, i cristiani hanno cominciato ad inchinarsi davanti ai crocifissi dipinti o scolpiti. Li baciano con fede, li ornano con fiori e ceri, ad esso elevano inni e invocazioni. Tra questi, per onorare un frammento della croce, dono dell'imperatore Giustino II di Costantinopoli alla regina Radegonda, nel 570 Venanzio Fortunato compose a Poitiers gli inni, da noi ben conosciuti, “Vexilla regis prodeunt” e “Pange lingua gloriosi proelium certaminis”.

 

Anche San Francesco d'Assisi era fortemente innamorato del Crocifisso. Ad esso, infatti, elevò questa preghiera: «Altissimo e glorioso Dio, illumini el core mio. Dame fede diricta, speranza certa, carità perfecta e humiltà profonda, senno e cognoscimento che io servo i tuoi comandamenti». Lo stesso San Francesco era solito esortare sempre i suoi frati nel recitare questa preghiera: «Ti lodiamo, o Cristo, e ti benediciamo per tutte le chiese sparse nel mondo, perché le hai redente per mezzo della tua santa croce».

 

La venerazione della croce non è un caduco rituale demologico. San Giovanni Damasceno dà, infatti, questo consiglio: «Quando tu vedi i figli dei cristiani che venerano la croce, sappi che essi rivolgono la venerazione al Cristo crocifisso e non al legno. Quando tu vedi un cristiano che venera la croce, sappi che egli la venera a causa di Cristo crocifisso e non a causa della natura del legno».

 

La croce, il più terribile fra i supplizi, non deve essere un trofeo da mostrare agli altri con orgoglio ma un simbolo d'Amore. Veneriamo la Croce di Cristo perché nel profondo del nostro essere avvertiamo il bisogno di ringraziare Dio per la sua misericordia senza dimenticare che il nostro compito non è tanto quello di baciare la croce ma di portarla ogni giorno sulle nostre spalle. Solo così potremo seguire le orme di un Dio che attraverso il suo destino doloroso ha salvato il mondo.

 

Non è permesso avvicinarsi al mistero della Croce per semplice curiosità, ma solo se si ha intenzione di portarla: «Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Venerare la croce vuol dire servire i tanti crocifissi del mondo contemporaneo: malati, sofferenti, poveri, emarginati. Solo così potremmo evitare il reale pericolo delle nostre comunità cristiane ovvero che l’immagine del Crocifisso nasconda i volti di coloro che oggi vivono crocifissi. La Croce, dunque, disturbi le nostre coscienze facendo riemergere quelle responsabilità che troppe volte lasciamo dietro le nostre spalle.

 

Sergio Pignatelli