Pubblicato il: 24 aprile 2019

Archiviato il: 22 giugno 2019

Sant'Antonio dalla A alla Z

Piccolo vademecum non esaustivo sulla vita del Santo

 

 

A come Antonio: Sant'Antonio nasce a Lisbona in Portogallo nel 1195 ed è battezzato col nome di Fernando. Nel settembre 1220, Fernando svestì l’abito agostiniano per vestire il saio francescano. Abbandonò anche il vecchio nome di battesimo per assumere quello di Antonio, l’eremita egiziano titolare del romitorio di Santo Antão dos Olivais presso il quale vivevano i francescani a Coimbra.

 


B come Bambini: Sant'Antonio amava molto stare con i bambini perché così Dio gli sembrava più vicino. Tanti i prodigi operati sui fanciulli che il miracoliere antoniano ci ha tramandato. Su tutti, forse, il più suggestivo avvenne nell’istante in cui il Santo salì al cielo: in quel preciso momento, infatti, tutti i bambini di Padova si riversarono per le strade della città annunciando la "morte del Padre Santo, la morte di Sant'Antonio". Oggi a distanza di quasi otto secoli dalla sua morte, i bambini continuano ad essere i più grandi devoti del Santo perché lo sentono come un amico accogliente e un fratello confidente.

 


C come Confraternita: tante la associazioni, i pii sodalizi e soprattutto le confraternite che sono sorte sotto gli auspici del glorioso Sant’Antonio. In particolare, la nostra che dall’anno della sua fondazione, il 1637, ha sempre goduto della protezione di questo potente intercessore.

 


D come Dottore della Chiesa: Papa Gregorio IX canonizzò Antonio dopo solo un anno dalla morte. Pio XII, nel 1946 lo ha innalzato tra i Dottori della Chiesa. Gli ha conferito il titolo di "Doctor Evangelicus", in quanto nei suoi scritti, nelle prediche ma soprattutto nel suo stile di vita testimoniò in maniera profonda il Vangelo.

 


E come Eresie: Antonio fu soprannominato il "Martello degli Eretici" per la sua continua lotta contro le eresie. Pubblicamente disputava con gli eresiarchi e convinceva gli astanti delle loro falsità. Celebre il miracolo di Rimini quando la locale comunità catara disprezzò a tal punto il Santo da ingiuriarlo in pubblico. Di fronte al rifiuto di ascoltarlo il frate iniziò a predicare ai pesci i quali miracolosamente si radunarono intorno a lui per udire il suo messaggio. Ancor più celebre il prodigio della "mula": un eretico cataro volle sfidare Sant’Antonio nel provare la reale presenza di Cristo nell’Ostia consacrata. Dopo aver chiuso la sua mula in una stalla per alcuni giorni senza cibo; se l’animale, una volta libero, avesse trascurato il cibo per l’Ostia, l’uomo si sarebbe subito convertito. La mula liberata, quando si presentò il Santo, lasciò il fieno per inginocchiarsi di fronte all’Eucaristia, tra lo stupore dei presenti, generando la conversione dell’eretico.

 


F come Francescano: verso fine estate del 1220 Fernando chiese ed ottenne di lasciare i Canonici regolari di Sant'Agostino per abbracciare l'ideale francescano subendo il fascino dei resti mortali di frati martiri che approdarono a Coimbra nella chiesa agostiniana di Santa Cruz (nella quale tuttora sono custoditi e venerati). Pur essendo molto diverso da Francesco, Antonio mise sempre i principi fondamentali del francescanesimo all’interno del suo vissuto: l’amore per la povertà, l’impegno missionario e la dimensione contemplativa.

 


G come Gesù bambino e Giglio: i due simboli antoniani per eccellenza. Gesù Bambino ricorda la visione che Antonio ebbe a Camposampiero ed esprime la sua intimità con Dio mentre il Giglio rappresenta la sua purezza e la lotta contro il male.

 


H come Honorem Sancti Antonii Paduensis: tante sono le chiese, gli altari, le preghiere, le vocazioni sorte “in onore di Sant’Antonio” un Santo che non conosce confini geografici e spirituali. Tante anche le città al mondo che venerano Sant'Antonio come patrono.

 


I come Invocato da tutto il mondo: Sant'Antonio di Padova è ritenuto il protettore dei nativi americani, dei poveri, delle donne incinte, degli oppressi, dei viaggiatori, degli affamati, dei fidanzati, degli animali, dei pescatori, degli oggetti smarriti, dei marinai, dei cavalli, del matrimonio e della sterilità. E’ invocato continuamente, anche perché secondo tradizione egli può ottenere tredici grazie al giorno.

 


L come Lingua: era l'8 aprile 1263, quando l'allora Ministro generale dei frati francescani Bonaventura da Bagnoregio, ispezionando le sacre spoglie del Santo per traslarle nella nuova cappella funeraria, trovò tra lo stupore dei padovani, intatta la lingua del Santo, strumento sublime di predicazione durante la sua vita. Mostrandola ai fedeli stupiti e attoniti, San Bonaventura esclamò: «O lingua benedetta, che hai sempre benedetto il Signore e lo hai fatto benedire dagli altri, ora appare a tutti quanto grande è stato il tuo valore presso Dio».

 


M come Miracoli: Sant'Antonio è il Taumaturgo per Antonomasia. Racconta la vita prima di Sant’Antonio detta «Assidua»: "Subito, nel giorno della sua morte, furono portati moltissimi infermi delle più svariate infermità e tosto riebbero la salute per i meriti di Antonio. Appena l’infermo avesse toccata la tomba, tosto veniva guarito. E chi per il gran concorso non avesse potuto toccarla, bastava fosse portato nella piazza davanti alla porta della chiesa perché sotto gli occhi dei presenti riavesse la salute".

 


N come Noce: poco prima di morire Antonio ottenne di ritirarsi in preghiera a Camposampiero, vicino a Padova, nel luogo che il conte Tiso, aveva affidato ai francescani, nei pressi del suo castello. Camminando nel bosco, Antonio notò un maestoso noce e gli venne l’idea di farsi costruire tra i rami dell’albero una piccola cella. Tiso gliela allestì. Il Santo passò così in quel rifugio le sue giornate di contemplazione, rientrando nell’eremo solo la notte.

 


O come "O gloriosa Domina": l’inno prediletto da Sant'Antonio dedicato alla Vergine Maria. Scritto da Venanzio (Valentino) Fortunato, fu cantato dal Santo stesso poco prima del suo pio Transito al Cielo avvenuto all'Arcella in Padova il 13 giugno 1231.

 


P come Padova: per i suoi ultimi quattro anni di vita, Sant'Antonio fissò la sua residenza a Padova. La città aveva circa quindicimila abitanti ed era un grande centro di commerci e industrie. Qui Antonio decise di portare a termine i Sermoni. Una folla notevole lo seguiva nelle sue prediche tanto che si riempivano le chiese e le piazze, e tanto che a Padova Antonio era divenuto estremamente famoso e ricercato. Tra predicazioni instancabili e lunghe ore dedicate al confessionale spesso Antonio compiva lunghi digiuni.

 


Q come Quaresima: la predicazione quaresimale quotidiana, è una consuetudine iniziata, sembra, proprio da Sant'Antonio, a Padova. L'impegno profuso da parte di Antonio nella predicazione e nel sacramento della riconciliazione durante la Quaresima del 1231 può essere considerato il suo più grande testamento spirituale.

 


R come Ricognizioni: Sant'Antonio venne sepolto a Padova, nella chiesetta di Santa Maria Mater Domini, martedì 17 giugno 1231. Probabilmente il corpo non venne interrato, ma fatto rimanere un po’ sopraelevato in un’urna marmorea, in maniera che i devoti, sempre più frequenti e numerosi, potessero vederne e toccarne l’arca-tomba. Nel corso dei secoli, per motivi diversi, la tomba è stata aperta e le sue reliquie spostate in tre occasioni: nel 1263, nel 1310 e nel 1981.

 


S come Sermones (sermoni): sono la grande opera letteraria e teologica di sant'Antonio. Sono un trattato di sacra dottrina, con cui il Santo si prefigge di fornire ai suoi confratelli uno strumento di formazione per la vita cristiana.

 


T come Tredicina: la tredicina è un'antica pratica di devozione antoniana che consiste principalmente nel recitare invocazioni al Signore per intercessione del Santo lusitano ripetute per tredici giorni consecutivi. Solitamente è destinata alla preparazione della festività del Santo o anche solo per richiedere particolari grazie.

 


U come Usura: Antonio ha combattuto tante battaglie contro gli usurai. L'usura era la forma di sfruttamento più comune di allora. Veniva esercitata da uomini senza scrupoli, che Antonio chiamava "bestie feroci che rapinano e divorano".

 


V come venerdi: Sant'Antoniò lasciò la vita terrena venerdi 13 giugno 1231. Il giorno della devozione antoniana fu poi migrato al martedi nel 1617 sia a ricordo dei suoi funerali che avvennero il martedì successivo alla sua morte sia perché nel 1617 appunto, una pia donna bolognese, ricorrendo al Santo, per una grazia particolare, ebbe, di notte la visione del Santo: "Visita per nove martedì la mia immagine nella Chiesa di San Francesco, e sarai esaudita".

 


Z come zingari: Sant'Antonio viene invocato per molteplici cause ma Sant’Antonio è anche il Santo protettore degli zingari. Sono tantissimi i sinti cattolici che ogni anno, in occasione della festa di Sant'Antonio, il 13 giugno, arrivano con le loro carovane a Padova per pregare il Santo, tanto che in quest'occasione una delle messe all'interno della Basilica viene celebrata con canti e preghiere in Romanès, la lingua di origine indiana parlata dalla maggior parte dei rom dispersi nei vari paesi del mondo.

 

Sergio Pignatelli