Pubblicato il: 9 gennaio 2020

Archiviato il: 9 novembre 2020

E' nato il Salvatore

di don Vito Marino (assistente spirituale)

 

 

«Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c'è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita» (Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa. Disc. 1 per il Natale, 1-3; Pl 54, 190-193)

 

Ho voluto iniziare questa mia riflessione riportato questo discorso di San Leone Magno, perché bene riassume il Natale del Signore. Infatti, per molti questa festa non ha nessun riferimento e anche gli auguri che si fanno sono di un formalismo unico. Allora, dobbiamo tornare a rileggere questo evento che ha dato un senso a tutta l’umanità. Perfino, il susseguirsi degli anni parte da quella Nascita. È quello l’inizio di un mondo nuovo. Siamo nel 2019 dopo Cristo. Allora? Tutti noi credenti dovremmo ritornare lì a quell’anno e al luogo.

 

«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.

 

Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge.

 

Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Es si furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”». (Lc 2,1-14).

 

Allora il mio invito è tornare a quella nascita con una convinzione unica: è Lui l’unico Salvatore degli Uomini. Il pericolo di questo periodo è, come diceva il Card. Biffi, arc. Di Bologna, festeggiare l’evento senza il festeggiato. È proprio questo che sta avvenendo tra coloro che si proclamano credenti, ma solo anagraficamente.

 

Lui, il nato di Betlemme, non interessa a tanti, basta che serve a fare festa. Viviamo questi giorni come un evento da cui nasce la nostra fede e su cui poggia la stessa, la venuta del Signore Gesù che da ricco che era si impoverì per arricchire noi. Accogliamolo nella nostra vita e la nostra vita rifiorirà. È nato per me.