Pubblicato il: 14 giugno 2021

Archiviato il: 11 dicembre 2022

La Festa di Sant'Antonio nel Duomo

 

 

A causa dell’epidemia Covid-19 ci apprestiamo a svolgere l’annuale festa di sant’Antonio nell’antico Duomo della nostra città di Molfetta.

 

Non è la prima volta che la confraternita “lascia” la chiesa di sant’Andrea -Santuario a Molfetta di devozione a S. Antonio- per celebrare la festa al Duomo, un gioiello di architettura romanico pugliese, ricco di storia, luogo spirituale e di avvenimenti meravigliosi come le celebrazioni del 750° della morte di sant'Antonio, quando il nostro padre spirituale don Nicola Azzolini nel 1981, indirizzò la festa giubilare in questa cattedrale antica.

 

Da questo straordinario evento centenario, celebrato nel fascino delle antiche e vetuste cupole medioevali, prende avvio il desiderio di avere nella comunità confraternale una “piccola” reliquia del santo. Una storia semplice ma profondo di significati che accompagna anche nei nostri giorni l’alone della presenza del santo nel nostro cammino nella fede.

 

Si tratta, di un frammento -EX CUTE- del santo che veneriamo in modo particolare nella festa dell lingua di sant’Antonio. L’evento celebrativo del 750° risuonò esultante nel mondo antoniano e anche nella nostra confraternita, fermentarono i desideri di solennizzare la nostra festa con un adeguato programma celebrativo.

 

In questa circostanza fu geniale l’idea de confratello Salvatore de Candia -un fervido devoto del Santo- di chiedere ai Padri della Basilica antoniana di Padova una reliquia del santo.

 

Purtroppo, non si valutò con perspicacia l’idea del confratello, mentre il vescovo Mons. Aldo Garzia con la solenne celebrazione eucaristica del 13 giugno 1981, sulla banchina san Corrado alla presenza di tantissimi devoti e fedeli, chiudeva i nostri festeggiamenti giubilari.

 

Nel successivo anno, Salvatore non abbandonò l’idea della reliquia e continuo a perorarla incessantemente presso i responsabili della confraternita.

 

Essendo anche un abbonato del giornale de “Il messaggero di sant’Antonio” si spingeva a inviare al giornale le notizie della nostra confraternita e la devozione a sant'Antonio, questo gli permetteva di avere qualche contatto con i frati di Padova. Il 5 marzo del 1983 gli fu accordato dal Priore pro tempore, Michele Scardigno e da don Nicola Azzollini, di chiedere ai padri conventuali della basilica padovana una reliquia di sant’Antonio. La risposta dei padri fu positiva e don Nicola avviò tutte le pratiche occorrenti perché venisse concesso al nostro sodalizio il prezioso frammento sacro.

 

La Reliquia giunse a Molfetta l’otto settembre 1983, e in attesa di preparare un’adeguata custodia fu conservata da don Nicola.

 

La festa solenne, per rendere omaggio al frammento sacro avvenne durante la festa del 13 giugno 1984. In questo giorno di festa celebrava l’eucarestia, ed era presente per la prima volta nella chiesa di S. Andrea il servo di Dio don Tonino che al termine benedisse la custodia della reliquia e impartì la benedizione ai numerosi fedeli e devoti che gremivano il piccolo santuario.

 

Con la solenne benedizione, don Tonino ci lasciò un messaggio profondo: “Sappiate scorgere Gesù di Nazareth davanti a Sant’Antonio” . Dalla venuta della reliquia molti eventi straordinari si sono succedetti nel sodalizio sotto gli auspici di Antonio; va ricordato il 350° della rifondazione dell confraternita celebrato anche questo evento nel Duomo dove si svolse la missione antoniana animata dai padri conventuali giunti da Padova. La missione popolare predicata dai padri conventuali, ha portato nel sodalizio e ai fedeli e devoti di sant’Antonio della nostra città copiosi frutti spirituali e tanta speranza per una vita migliore Mi piace anche risaltare come la presenza di questa reliquia a dato modo di ripristinare la festa dell lingua del santo, caduta in oblio. Alla luce di questa esperienza comunitaria Il racconto della seconda reliquia, sul nostro giornalino, si fa segno di santità e santa presenza di Antonio che ci invita a metterci alla sequela di Gesù con le nostre menti e i nostri cuori.